venerdì 12 aprile 2019

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Scrivere per raccontare

IL LAGO DEI PAPERI

Il lago era posto ai margini di un’affollata città, offuscata e quasi intrappolata da una massa densa e confusa di nuvole tra le quali il limpido specchio d’acqua costituiva l’unica oasi verde; racchiuso tra canneti e arbusti rimaneva infatti nascosto al traffico dell’autostrada circostante.

Qui viveva una piccola comunità di paperi, graziosi pennuti la cui vita proseguiva tranquilla, incapaci di percepire il caos del mondo umano. O almeno, per tutti era così, tranne che per Piero.
Piero conosceva benissimo il mondo degli uomini in quanto, ancora pulcino, era stato adottato da un piccolo bambino che però, stufo dopo poco di lui, lo aveva abbandonato proprio in quel laghetto. Nonostante ciò, Piero non serbava rancore nei confronti degli esseri umani poiché aveva capito quanto alcuni di loro potessero essere davvero buoni; inoltre conservava ancora il suo dono segreto: poteva parlare con le persone, ma solamente con quelle pure di cuore.

Durante una giornata nuvolosa, che seguiva a settimane estive dal cielo terso di cui manteneva solamente l’afa e l’umidità, Piero sonnecchiava all’ombra di un vecchio albero che si affacciava sul lago, lontano da tutti gli altri paperi. Ad un certo punto un leggero fruscio tra la vegetazione, che in quel punto del lago si faceva ancora più folta, lo aveva svegliato, senza però incuriosirlo particolarmente. Tuttavia, nel momento in cui le sue leggere palpebre da papero stavano richiudendosi, alla sua destra era spuntato un piede sicuramente umano, ricoperto da una scarpa da ginnastica sporca che, qualche attimo dopo, aveva scoperto appartenere ad un ragazzo di almeno 15 anni, per quanto Piero potesse saperne.

I due si era guardati velocemente negli occhi, senza capire chi fosse più spaventato, pensieri rapidi avevano attraversato le loro menti: “Mi chiamo Piero, non scappare”, “Io sono Luca”. Luca, disorientato, non si spiegava da dove provenissero quelle parole che gli erano rimbombate nel cervello e neanche il perché lui avesse risposto, ma subito ecco un altro messaggio: 
Io sono un papero che riesce a comunicare con le persone, puoi dirmi tutto ciò che vuoi” .
“Un papero parlante, o meglio, pensante? Singolare ma…curioso”.
Dopo quella strana presentazione i due avevano trascorso insieme l’intero pomeriggio, fino al calare del sole che finiva per nascondersi alle spalle dei grigi palazzi della città, e a quello ne seguirono tanti altri.
In una situazione del genere, che sicuramente ha dell’insolito, sorge però una domanda spontanea: “Di cosa possono mai parlare un papero e un ragazzino per passare così tanto tempo assieme?”. A dire il vero, qualcosa c’era, e aveva una certa rilevanza…

Luca era il figlio di un importante impresario edile, a cui era stata affidata la costruzione di un parco turistico proprio nella zona del lago, il quale sarebbe stato adibito alla pesca sportiva. I paperi sarebbero stati prelevati e distribuiti nelle varie zone lacustri della regione.

Piero non poteva accettare che la sua famiglia venisse separata, così, in quei pomeriggi di conversazione, i due avevano organizzato un piano per preservare l'equilibrio del lago, un piano dal successo improbabile ma che costituiva anche l’unica salvezza per i paperi.
Tutto era stato organizzato nei minimi dettagli. La mattina seguente Luca, insieme a qualche suo amico, aveva distribuito per le vie della città dei volantini sui quali si leggeva di un esilarante spettacolo che vedeva come protagonista una famiglia di paperi. L’avvenimento era parso talmente fuori dal comune da attirare numerosi spettatori. I paperi, una volta visto l’inaspettato afflusso di persone, colti da grande emozione, avevano dato inizio allo spettacolo. Salti, acrobazie, tuffi ed evoluzioni avevano coinvolto tutto il pubblico che era rimasto piacevolmente sorpreso e divertito.

Il padre di Luca era all'oscuro del piano del figlio; vedendo il grande successo dello spettacolo dei paperi, senza spiegarsi come avessero fatto ad attirare così tanti visitatori, decise di rivedere l’intero progetto: al posto del lago di pesca sportiva, ci sarebbe stata un’oasi lacustre, habitat naturale dei paperi, dove, solamente ogni tanto e su decisione dei paperi, si sarebbe potuto godere di un loro inedito spettacolo.
Quando Luca venne a conoscenza della decisione del padre, origliando una conversazione, corse subito dai suoi amici paperi per annunciare la splendida notizia e la gioia invase il piccolo lago.

Alla fine della realizzazione del progetto Luca fu costretto a partire per seguire il padre, continuamente in viaggio per lavoro ma quel papero speciale, di cui ancora oggi ricorda il nome, sarebbe rimasto per sempre nel suo cuore.

Gambazza P. ISAA

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Creare attraverso il booktrailer... Zanelli Caterina Classe IESC