venerdì 29 marzo 2019

#Emoticon #Lanuovacomunicazionedelfuturo

#Emoticon #Lanuovacomunicazionedelfuturo

di Anna Bosi e Giovanni Buttafava 


L’emoticon è un’espressione simbolica realizzata tramite determinate combinazioni di caratteri, con la quale un utente esprime il proprio stato d'animo negli sms, nei messaggi di posta elettronica o mentre dialoga in rete con un altro utente.

Ogni giorno le emoticon ci aiutano a comunicare le nostre emozioni e sono ormai entrate di diritto del nostro scrivere quotidiano attraverso Email, SMS, Messenger, ma soprattutto WhatsApp. Pochi sanno che sono nate in Giappone a fine anni ’90: la prima emoji,infatti, fu creata da Shigetaka Kurita tra il 1998 e il 1999.La parola emoji nasce dall’incastro delle parole giapponesi 
che significano «immagine» e «carattere scritto». 


Nel 1997, Nicolas Loufrani, dirigente attuale della CEO Smiley Company, proprietaria del marchio e del copyright della faccina sorridente e del nome Smiley in oltre 100 paesi, nota il crescente utilizzo delle emoticon ASCII in seno alla tecnologia mobile e inizia a sperimentare le faccine animate,con l'intenzione di creare icone colorate che corrispondano alle emoticon ASCII già esistenti e realizzate con semplici segni di punteggiatura.I disegni vengono registrati nello stesso anno e pubblicati come gif su internet.


IL PRIMO SMILE? 1648?

Si pensa che la prima emoticon al mondo risalga a molto prima dell’avvento di computer... 
Alla seconda riga della poesia di Robert Herrick, To fortune, si trova un segno grafico che assomiglia a uno smile, forse un errore di battitura o forse è stato voluto. 
Il New Atlantic, rivista di cultura statunitense, ha realizzato una piccola inchiesta su questo strano caso filologico-internettiano, sostenendo che all’epoca l’uso delle parentesi era molto raro e concludendo che può darsi si tratti di un intervento editoriale successivo. Ci vorrebbero dunque prove più solide per sostenere che l’invenzione dello smiley e della emoticon sia retrodatabile di ben tre secoli. 





RIFLESSIONI
L’uso massiccio di questi simboli ha ridotto l’utilizzo articolato della lessico, determinando un impoverimento linguistico preoccupante. C’è un limite alla diffusione delle emoticon e delle emoji? L’immagine potrà sostituire la parola scritta? Finiremo forse per scrivere e leggere poesie con le faccine?
Speriamo di no 












Nessun commento:

Posta un commento

Booktrailer "Speciale Violante"

Creare attraverso il booktrailer... Zanelli Caterina Classe IESC