lunedì 18 febbraio 2019

Giorno del Ricordo



Dal 2004 ogni 10 Febbraio in Italia viene celebrato il “Giorno del ricordo”, istituito dalla legge 92/2004 “in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati" in Istria Dalmazia.

Un po' di storia...

A partire dalla seconda metà del 1800 nei territori della Venezia-Giulia e della Dalmazia appartenenti all’Impero Austro-Ungarico si verificano due fenomeni di nazionalizzazione antagonista: tra il gruppo italiano, prevalente dal punto di vista culturale ed economico, e quello di origine slava (Sloveni e Croati) vi sono forti tensioni che, però, non sfociano mai in uno scontro.  




Finita la prima guerra mondiale, l’Impero austro-ungarico si disgrega e gran parte dei territori contesi viene annessa all’Italia (Trattato di Versailles 1919).  I fascisti iniziano una “bonifica etnica” della Venezia-Giulia con l’obiettivo di una italianizzazione” forzata (es. italianizzazione della toponomastica, dei nomi propri, chiusura di scuole in lingua slava, proibizione delle pubblicazioni in lingua slava).

Il 6 di aprile 1941, senza alcun preavviso, Italiani e Tedeschi attaccano il Regno di Jugoslavia. Il 17 aprile viene firmata la resa: l’Italia annette la Slovenia del sud e quasi tutta la Dalmazia, mentre il Montenegro diventa un protettorato.

F       massima espansione territoriale dell’Italia (1942)
In risposta alle violenze dei fascisti, in tutta la Jugoslavia si organizza il movimento partigiano guidato dal leader comunista Tito. I Fascisti attuano una dura repressione nei confronti dei partigiani di Tito che culmina con numerose deportazioni nei campi di concentramento nazisti .
8 settembre 1943: dopo l’annuncio dell’armistizio, l’Istria finisce sotto il controllo del Movimento di liberazione jugoslavo guidato dal generale comunista Tito.
Nei mesi successivi più di 500 Italiani istriani considerati  “nemici del popolo” (= non disposti a collaborare con il regime di Tito) vengono barbaramente uccisi e gettati nelle cavità carsiche dette “foibe”. Si tratta in prevalenza di fascisti, amministratori statali, carabinieri, ufficiali postali ed esattori delle tasse, possidenti ed imprenditori.   
  • Maggio 1945: finisce la seconda guerra mondiale. L’esercito jugoslavo caccia i nazisti dalla Venezia-Giulia ed occupa tutta la regione. Scatta il secondo eccidio di Italiani, soprattutto di Trieste e Gorizia: più di 10.000 presunti oppositori del regime vengono arrestati, deportati o uccisi nelle foibe. L’obiettivo è quello di punire chi si è macchiato di colpe contro gli Slavi o chi contesta l’annessione del Venezia-Giulia alla Jugoslavia, ma anche di intimidire tutta la popolazione italiana lì residente.
  • 10 febbraio 1947: a Parigi viene firmato il Trattato di pace che pone fine alla seconda guerra mondiale ed impone alla perdente Italia la cessione alla Jugoslavia di Zara, Fiume e di gran parte dell’Istria. Ciò porterà all’esodo di circa  300.000 Italiani residenti in quei territori…
  • Il 14 marzo 1998 presso il Teatro Verdi di Trieste, le Istituzioni italiane rappresentate dai politici Gianfranco Fini e Luciano Violante parlano per la prima volta in pubblico di foibe. Violante riconosce che ci sono responsabilità da entrambe le parti, i comunisti di Tito ed i fascisti.
  • Il 13 luglio 2010 a Trieste tra i Presidenti di Italia, Slovenia e Croazia rendono omaggio ai luoghi simbolo degli eccidi subiti dai loro popoli e partecipano al concerto “Le vie dell’amicizia” diretto dal maestro Riccardo Muti.


Maria Caterina Bianchi IESC


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